Ci sarebbero anche due persone di Fondi tra le persone coinvolte nella clamorosa operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza che nello scorso fine-settimana ha portato allemissione di tre ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e due ai domiciliari, nei confronti di tre dipendenti del Tribunale di Gaeta.Si tratta di due professionisti di uno studio tecnico ai quali sarebbero stati affidati incarichi creati ad arte da una delle persone arrestate, un 62enne cancelliere del tribunale. Il dipendente dellufficio giudiziario aveva messo in piedi, secondo laccusa, una serie di situazioni create ad hoc nellambito delle procedure esecutive. Sostanzialmente, in cambio di denaro, affidava incarichi professionali, stime o perizie. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno riscontrato diciassette assegni bancari, per un totale di oltre 61mila euro, emessi dai due tecnici fondani ai quali sono stati affidati almeno una quarantina di incarichi. Gli avvocati difensori sono naturalmente gi al lavoro per contestare limpianto accusatorio e per dimostrare la regolarit degli affidamenti. Il filone principale dellinchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina e denominata protesto facile, ha portato, come detto, al fermo di tre dipendenti del Tribunale di Gaeta accusati di corruzione, concussione e minacce. Secondo l'accusa gli indagati pilotavano l'esito e gli sviluppi degli atti giudiziari emessi dall'Unep, l'Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti, allo scopo di trarre illeciti profitti in denaro e di ottenere consistenti favori personali dai soggetti coinvolti nelle procedure di esecuzione. In carcere finito un 72enne originario di Sessa Aurunca ma da anni residente a Formia, in servizio sino a pochi mesi presso il Tribunale di Gaeta in qualit di ufficiale giudiziario e considerato la mente dell'organizzazione. Agli arresti domiciliari sono invece finiti un 62enne cancelliere del tribunale non facente parte dell'Ufficio Unep; e un 64enne di Formia che veniva spesso nominato custode giudiziario nell'ambito delle procedure esecutive. I tre, secondo gli inquirenti, manomettevano gli atti e i procedimenti della sezione esecuzioni in cambio di mazzette. Linchiesta ha portato allo scoperto conti per circa sette milioni di euro. Nel registro degli indagati ci sono altre cinque persone coinvolte nella vicenda a vario titolo. Nella giornata di oggi sono in programma gli interrogatori di garanzia davanti al GIP. Il collegio difensivo sarebbe intenzionato a chiedere la revoca delle ordinanze di custodia cautelare.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 12/05/2008 Ore 14:18