Si susseguono le prese di posizione relativamente alla presunta diffusione ad Itri del cosiddetto condono preventivo, la presentazione cio di domande di sanatoria per abusi edilizi che per sono stati commessi oltre il limite consentito o che addirittura devono essere ancora realizzati.La questione era stata denunciata nel corso dellultimo consiglio comunale da Paolo Stamegna. Il delegato comunale alle grandi opere, eletto nelle file di Forza Italia ed ora indipendente di centro, ha dichiarato che presso il Comune di Itri esisterebbero circa trecento domande di condono edilizio senza le foto dellabuso che si chiede di sanare. Con questa tecnica - ha evidenziato Stamegna - gli abusivi hanno chiesto di condonare nel 2004 opere realizzate successivamente e "comunque spaventosamente superiori per volumetria alla irregolarit di cui ci si auto-accusava in tempi utili per ottenere la sanatoria, ma penalmente falsi per mendace dichiarazione, in quanto gli illeciti edilizi venivano realizzati posteriormente alla data della richiesta di condono". Accuse pesanti, quelle pronunciate da Stamegna, che richiedono un serio approfondimento per accertarne la fondatezza e, soprattutto, per verificare se alla base dei comportamenti adottati ci sia l'eventuale volont di favoritismi o quant'altro ha scritto Elvio Di Cesare, responsabile regionale dellAssociazione Antimafia Antonino Caponnetto, in una lettera-aperta inviata alla Procura della Repubblica di Latina e alla Direzione Nazionale Antimafia. Ma c' un secondo aspetto prosegue il documento - che preoccupa in particolare questa Associazione . Secondo la Caponnetto, infatti, su tutto il territorio compreso fra Itri, Sperlonga, Formia e Gaeta, c' un fiorire di attivit edilizie alquanto "sospette". Megalottizzazioni i cui autori sono per lo pi provenienti dalla Campania. Le voci secondo cui fra questi potrebbero nascondersi elementi collegati con la criminalit organizzata si infittiscono sempre di pi dice Di Cesare, per il quale il caso, quindi, che, oltre ad incrementare un'azione di repressione del fenomeno dell'abusivismo edilizio, si dia impulso ad un'opera approfondita di verifica che riguardi l'identit degli autori degli investimenti ed eventuali complicit a livelli politici ed istituzionali.
Articolo
a cura di La Redazione
pubblicato il 05/04/2008 Ore 14:43