A sette giorni di distanza dagli arresti domiciliari, l’ex presidente della società e della Provincia di Latina Paride Martella e l’attuale amministratore delegato Silvano Morandi ieri hanno sostenuto l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Tiziana Coccoluto che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare. Morandi, difeso dallo studio legale Grazia Volo (noto per aver difeso Stefano Ricucci, Cesare Previti e Silvia Baraldini) e Martella, difeso dall'avvocato Giuseppe Fabrizio, sono stati interrogati per oltre un'ora e avrebbero respinto le accuse di associazione a delinquere, abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in appalti pubblici e truffa aggravata. Per entrambi è stata pertanto presentata istanza di revoca dei domiciliari. Come noto, si contesta loro l'affidamento diretto di appalti a società collegate al partner privato di Acqualatina, affidamento senza alcuna gara ad evidenza pubblica. Oggi sono previsti gli interrogatori di garanzia per il vice-presidente di Acqualatina Raimondo Besson e per due tecnici interdetti dai pubblici uffici. Qualche giorno fa a Milano era stato interrogato per rogatoria Louis Marie Pons, un altro dei sei arrestati (gli altri due sono Giansandro Rossi e Bernard Cyna), che però si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il manager di Veolia Water (socio privato di Acqualatina) ha preferito restare in silenzio in attesa di leggere le carte del procedimento. Si tratta di sei corposi faldoni che contengono i dettagli sull’inchiesta condotta fino ad oggi dal sostituto procuratore Raffaella De Pasquale. L’indagine è ancora aperta e potrebbe portare a nuovi risvolti nella complessa vicenda della gestione del servizio idrico e dell’assegnazione degli appalti milionari. Altre contestazioni sono legate anche alla presunta truffa finalizzata alle erogazioni pubbliche. L’accusa parla di appalti per circa 15 milioni di euro concessi a società “vicine” violando così la libera concorrenza, aumentando i costi a carico delle casse pubbliche ma anche creando una sorta di “conflitto d’interessi” visto che spesso coincidevano le persone che appaltavano un lavoro con quelle che dovevano realizzarlo. Si contesta anche il mancato pagamento di penali per il ritardo nella consegna dei lavori. C’è poi la questione dei cosiddetti pareri di congruità in base ai quali tecnici pagati dalla stessa Acqualatina giustificavano i corrispettivi da riconoscere alle ditte cui venivano aggiudicati gli appalti. In questo quadro investigativo assume particolare rilievo anche il ruolo della Segreteria Tecnico Operativa dell’Ambito Territoriale in cui opera Acqualatina. Si tratta di un organismo incaricato di controlli e verifiche a tutela proprio della parte pubblica; e il cui silenzio a riguardo è stato invece ritenuto “sconcertante” dalla stessa Procura della Repubblica. Il 4 febbraio prossimo il tribunale del riesame dovrebbe intanto esprimersi sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari disposti nei confronti degli indagati.