Anche se indirettamente, torna dattualit la scomparsa del capitano Fedele Conti, il comandante della compagnia Guardia di Finanza di Fondi suicidatosi nel settembre del 2006 allinterno dellalloggio personale presso la caserma di via Terruto.Secondo quanto si appreso, la Procura della Repubblica di Cassino avrebbe infatti chiuso le indagini relativamente ad una denuncia per diffamazione presentata dal sindaco di Pastena, piccolo centro ciociaro di cui lufficiale era originario, a carico di Arturo Gnesi, presidente del comitato che si batte per fare luce sul drammatico episodio dalle motivazioni e dalle modalit non del tutto chiare. Gnesi, che di Conti era fraterno amico e che a Pastena anche consigliere comunale, aveva criticato loperato dellamministrazione del paese per non aver onorato la memoria del capitano nel corso di una trasmissione nazionale che qualche mese fa fece tappa appunto a Pastena. Critiche che secondo la magistratura inquirente non sarebbero sconfinate nella diffamazione. Lo stesso Gnesi avrebbe intanto contro-denunciato il sindaco del centro ciociaro che lo aveva accusato di strumentalizzare la vicenda a fini politici. Il Comitato inoltre in attesa della decisione del Giudice di pace relativamente al ricorso presentato contro la multa che i Vigili Urbani sempre di Pastena aveva elevato a suo carico per aver affisso, senza averne autorizzazione, un manifesto con cui si chiedeva verit e chiarezza sulla vicenda. Come gi riferito in precedenti occasioni, sin dalle ore immediatamente successive alla tragedia, parenti ed amici di Conti - sostenuti anche dallassociazione antimafia Caponnetto e da qualche parlamentare dellUnione, in particolare Nando Dalla Chiesa - hanno espresso dubbi sulla ricostruzione ufficiale che ha attribuito ad una probabile crisi depressiva limprevedibile atto suicida. Proveniente dalla Polizia Tributaria di Roma dopo aver prestato servizio per alcuni anni a Napoli e Catania, il 44enne ufficiale delle Fiamme Gialle era arrivato a Fondi il 10 agosto 2006 con un curriculum di assoluto rispetto. Meno di cinquanta giorni dopo linsediamento la decisione di farla finita sparandosi alla tempia con la pistola dordinanza e lasciando scritto su un biglietto la controversa frase mi sento incartato e non autonomo nel fare le indagini.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 30/01/2008 Ore 15:03