Sono dati a dir poco impressionanti quelli forniti marted pomeriggio nel corso di un convegno svoltosi presso il Mercato Ortofrutticolo di Fondi in occasione della giornata mondiale dellalimentazione.Alla presenza, tra gli altri, del Prefetto di Latina Bruno Frattasi, che ha promosso liniziativa e che ha scelto di tenerla a MOF anche per il suo ormai annoso impegno a favore per esempio della Comunit di SantEgidio, stato infatti evidenziato che ben 854 milioni di persone nel mondo continuano ancora a soffrire la fame e che circa 40mila bambini muoiono ogni giorno per denutrizione o per patologie comunque connesse. Nel mondo si produce cibo a sufficienza per tutta la popolazione, ma il diritto all'alimentazione non ancora riconosciuto come inalienabile; e un diritto non pu definirsi tale se non pu essere rivendicato. Al riconoscimento, in primo luogo giuridico e poi effettivo, del diritto all'alimentazione stata per questo dedicata la Giornata Mondiale dell'Alimentazione organizzata dalla FAO, lorganizzazione delle Nazioni Unite per lalimentazione e lagricoltura. Tale situazione ha due principali cause: una partecipazione insufficiente alla globalizzazione e ai mercati e la mancanza di un buon governo. Ma la fame non ovviamente un destino ineluttabile e pu essere eliminata con politiche sagge, visto che la produttivit agricola, specialmente in Africa, ancora al di sotto delle possibilit. Bisogna dunque investire sui sistemi irrigui, l'uso delle tecnologie e dei fertilizzanti, la formazione degli agricoltori, le sementi ad alto rendimento, l'accesso al credito e la commercializzazione dei raccolti. A undici anni dal Vertice Mondiale dell'alimentazione del 1996, il numero delle persone sottonutrite nel mondo rimane come detto altissimo. 820 milioni nei Paesi in via di sviluppo, 25 milioni nei Paesi in transizione e 9 milioni in quelli industrializzati. A ci, secondo la FAO, si aggiunge la pressione sempre maggiore che stanno subendo al momento alimenti base come il grano e il latte, i cui prezzi sono saliti vertiginosamente, principalmente a causa del cambiamento climatico indotto dalle fluttuazioni del tempo che incidono sui raccolti, della crescente produzione di biocarburanti e dell'aumento della domanda proveniente da nuovi mercati emergenti. In assenza di adeguate contromisure da parte della comunit internazionale, e soprattutto delloccidente benestante che detiene quasi lottanta per cento della ricchezza mondiale a fronte di una popolazione di poco superiore al venti per cento, si rischia insomma una vera e propria catastrofe, per sfuggire alla quale le persone dei paesi meno fortunati saranno, ancor pi di oggi, pronte a tutto. Con conseguenze inevitabili ovviamente anche per il nostro comprensorio. Sensibilizzare le istituzioni, lopinione pubblica, gli imprenditori, i giovani studenti ed ogni singolo cittadino a fare la propria parte per invertire la tendenza era lobiettivo del convegno tenutosi presso il MOF. E solo chi non ha voluto ascoltare le parole degli intervenuti - soprattutto quelle di tre rappresentanti di Ruanda, Nigeria e Liberia pu continuare ad illudersi che il problema non ci riguardi.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 18/10/2007 Ore 14:31