Sarebbe ormai vicina la demolizione della cosiddetta Isola dei Ciurli, gli ormai noti scheletri in cemento armato di ventuno villette realizzati circa quarantanni fa ai lati della Flacca in localit Salto di Fondi.La Regione Lazio sarebbe infatti pronta a corrispondere le risorse finanziarie necessarie per le operazioni di abbattimento e bonifica, circa 700mila euro che il Comune di Fondi si detto impossibilitato a reperire nel suo bilancio. La notizia dello stanziamento stata comunicata sabato scorso dai rappresentanti locali e regionali di Legambiente che, hanno nuovamente manifestato nei pressi del complesso edilizio tornando a chiederne limmediata demolizione, in accordo anche con le forze politiche di centrosinistra rappresentate sul posto dal segretario fondano dei DS Bruno Fiore e da quello di Rifondazione Umberto Barbato. Liniziativa stata inserita nellambito di Goletta Verde, la campagna di informazione e analisi sul litorale e il mare del Lazio, organizzata dallassociazione ambientalista con il contributo dellassessorato regionale all'Ambiente. Come gi avvenuto qualche mese fa, stato pertanto esposto uno striscione con cui si chiede labbattimento delle villette, realizzate in una zona soggetta a vincoli di tutela paesaggistica e da considerare di fatto abusive in virt di una sentenza ormai inappellabile. Nellaprile scorso la Corte di Cassazione ha infatti confermato la confisca di quella che stata ritenuta una lottizzazione abusiva. Ora il momento delle ruspe e una nostra storica battaglia sta per concludersi, visto che sono stati trovati anche i fondi per la demolizione grazie allimpegno dell'Assessore regionale allurbanistica Pompili ha dichiarato il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati, evidenziando che la piana di Fondi sar presto liberata dallo scempio edilizio che per oltre trent'anni l'ha occupata. I fondi necessari alla demolizione dovrebbero essere tutti regionali, messi a disposizione dallassessorato all'Urbanistica e da quello all'Ambiente ha proseguito Parlati, secondo cui labbattimento dellisola dei Ciurli deve diventare loccasione per una grande giornata di legalit e per una festa della lotta all'abusivismo edilizio. "La storia dell'isola dei Ciurli, un ecomostro di 37mila metri cubi insistente su 17 ettari ha dichiarato dal canto suo il presidente del Circolo fondano di Legambiente, Luigi Di Biasio - figlia di una volont politica locale, di fatto favorevole all'abusivismo, che ha cercato di protrarre la vicenda all'infinito, con grave danno per le istituzioni. La demolizione ha aggiunto Di Biasio - inoltre il miglior modo per inaugurare la nuova area protetta del Monumento Naturale del Lago di Fondi recentemente istituita dalla Regione Lazio" che, come noto, inserita anche nellannunciato Parco dei Monti Ausoni, la formale istituzione del quale dovrebbe essere allordine del giorno del consiglio regionale nelle prossime settimane. Come gi riferito in diverse occasioni, la storia dellIsola dei Ciurli inizi nel 1968 con le licenze per la costruzione di 60 ville su 21 ettari, concesse dal Comune di Fondi, allora amministrato da una coalizione di centro-sinistra, senza che vi fosse ancora un piano regolatore generale. Successivamente redatto nel 1973 ed approvato dalla giunta regionale nel 1978, lo strumento urbanistico prevedeva la sanatoria degli immobili fino ad allora realizzati, subordinata per alla stipula di una convenzione. Per risolvere il caso dellIsola dei Ciurli ed aggirare la soluzione regionale, le amministrazioni comunali che si susseguirono negli anni o temporeggiarono o addirittura deliberarono concessioni edilizie singole. Venne a configurarsi cos una lottizzazione abusiva, riconosciuta con sentenza del luglio 2004 dal tribunale di Latina che dispose la confisca dei terreni e la condanna del proprietario. Disposizioni poi riconfermate, come detto, in Corte dAppello e in Cassazione. Allindomani del pronunciamento della Suprema Corte si registrarono reazioni divergenti. Mentre Regione Lazio, esponenti di centrosinistra e Legambiente espressero chiara soddisfazione evidenziando che bisognava al pi presto procedere alla demolizione degli immobili, lamministrazione comunale, pur assicurando il necessario rispetto della sentenza passata in giudicato, non nascose le proprie perplessit per un esito giudiziario difficile da comprendere se si considera, per esempio, che nessuno ha mai annullato le concessioni in sanatoria di quelle villette rilasciate nel 1990 dallallora sindaco socialista Onorato Mazzarrino, sulla base fra laltro anche di un nulla osta regionale a sua volta mai revocato.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 15/10/2007 Ore 13:12