Fu il 28 luglio del 1957 che i lenolesi coronarono infatti il sogno dell’acqua corrente con il primo zampillo che raggiunse la fontana di Piazza Cavour, stracolma per l'occasione di una folla festante. L’impresa, che fino a qualche anno prima pareva un’utopia, venne realizzata grazie all'intervento della Cassa per il Mezzogiorno, ente creato nel 1950 dal governo De Gasperi per finanziare lo sviluppo economico del Meridione. L'opera fu progettata e diretta da Ermanno Notarianni, ingegnere ormai entrato di diritto a far parte della storia locale. Alla cerimonia inaugurale del 1957 prese parte, tra gli altri, l'allora Ministro delle Finanze Giulio Andreotti, che non ha voluto mancare a questa ricorrenza. Con la sua consueta verve Andreotti ha ricordato il difficile periodo della ricostruzione post-bellica affermando tra l’altro che “bisogna essere grati ai protagonisti di allora che non ci sono più, ma anche a quelli ancora in vita che hanno scelto la parte giusta”. Per l'occasione, presso la “Pineta Mondragon”, è stato presentato il libro “Lenola e il giorno dell’acqua, 28 luglio 1957” ed è stata allestita una mostra, entrambi basati sulla documentazione fotografica messa a disposizione da Egidio Daniele, decano dei fotografi locali. Nel corso dell'incontro c’è stato anche un momento di doveroso raccoglimento in onore dei tre operai che morirono durante i lavori dell'acquedotto, vale a dire Carlo Mastrobattista di Lenola, Gerardo Sepe di Campodimele ed Antonio Villani di Esperia. Oltre ovviamente al sindaco Gian Battista De Filippis, alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il direttore del dipartimento ambiente della Regione Lazio Raniero De Filippis, il presidente della Ventiduesima Comunità Montana Onorato Di Manno, e il presidente del consiglio comunale di Lenola Giulio Mastrobattista.