Torna dattualit lallarme per il rischio alluvione della costa pontina, e dunque anche del litorale di Fondi, gi lanciato da tempo da alcune associazioni ambientaliste sulla base di un rapporto dellENEA, lEnte italiano per le Nuove tecnologie, lEnergia e lAmbiente.Con un innalzamento minimo di 28 centimetri in meno di un secolo, la costa pontina si colloca infatti tra i tratti litoranei pi a rischio in tutta Italia. La notizia giunge dal workshop dellAPAT, lAgenzia per la protezione dellAmbiente e per i servizi Tecnici, svoltosi nei giorni scorsi a Palermo in vista della Conferenza nazionale sul clima organizzata dal ministero dell'Ambiente il 12 e 13 settembre a Roma. Secondo stime prudenziali, entro il 2100 il mare subir un innalzamento minimo di diverse decine di centimetri e tender ad irrompere in trenta "zone basse" della fascia costiera italiana tra cui larghi tratti di quella pontina. Si va dal minimo previsto per il Garigliano, con 27 centimetri in 93 anni, fino al livello della piana di Fondi che sfiora i 29 centimetri di innalzamento. Gli scienziati stimano che su 4000 chilometri di coste del nostro Paese almeno 1600 siano a rischio. Per ricostruirle occorrerebbero ben 150 milioni di metri cubi di sabbia ogni 5 anni. In altre parole, per nutrire le spiagge prosciugate dall'acqua, occorrerebbero quasi 100 metri cubi di sabbia per ogni metro di costa, con una spesa di circa 2 miliardi di euro ogni cinque anni. Nella situazione attuale mare e vento spazzano via la sabbia al ritmo del 20 per cento l'anno e in appena un decennio l'erosione delle coste italiane passata dal 24 al 42 per cento. Numeri non certo incoraggianti e un fronte di intervento di dimensioni tali da rendere praticamente impensabile concrete azioni su tutte le aree. Tra le ipotesi avanzate dagli scienziati riuniti a convegno quella di dragare i fondali marini prelevando sedimenti nei bacini sommersi al largo dei litorali, ma l'impatto sulle coste, per via della scelta dei materiali ma anche del progressivo livellamento dei suoli, non prevedibile con sufficiente esattezza. Come riferito qualche mese fa nel corso del nostro tg, uno studio presentato allONU dallUniversit dellArizona e dal servizio geologico degli Stati Uniti dAmerica aveva gi confermato che entro un secolo gran parte della fascia litoranea pontina finir sottacqua a causa delle mutazioni climatiche di cui si discute ormai da tempo. Vale a dire laumento della temperatura sulla terra con il contestuale scioglimento dei ghiacciai artici. Un surriscaldamento che provocher un lento ma inesorabile innalzamento del livello del mare dai quattro ai sei metri con le conseguenze facilmente immaginabili. Lo studio americano si basa su un complesso incrocio di banche dati su clima, acque, livelli altimetrici e pressione antropica. Necessari dunque la tempestiva predisposizione di studi idrogeologici e quasi sicuramente la realizzazione di dighe e barriere artificiali, oltre che il potenziamento dei sistemi di pompaggio e sollevamento gi esistenti. Lo scenario, secondo alcuni esperti, potrebbe essere ancora pi nefasto e, in considerazione degli altissimi costi economici che bisognerebbe sostenere per impedire che decine di ettari del litorale finiscano sottacqua, non si pu al momento escludere che alla fine sar pi conveniente rinunciarvi, favorendo invece il trasferimento di migliaia di persone. Una prospettiva remota ma purtroppo possibile.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 03/07/2007 Ore 14:00