Crisi della sanit: interviene con alcune sue riflessioni Gianfranco Antonetti, responsabile della comunicazione istituzionale del Comune di Fondi, che sottolinea come non ci si trovi nellambito del dibattito e del confronto odierno attorno alla crisi della sanit che in maniera sempre pi accentuata investe il presidio centro Fondi-Terracina, ma che, in realt riguarda pi in generale lintera materia sanitaria regionale e nazionale.Ormai, la quasi totalit delle forze politiche, degli organi di governo ai vari livelli, delle stesse categorie professionali, permeata di una cultura, divenuta oggi purtroppo luogo comune, che assimila la questione della sanit ai termini di produttivit aziendale, di rendimento, di economicismo. Emerge una concezione che proietta il diritto civico, soggettivo e politico alla salute sul mercato produttivo, sulla negoziazione, nellambito delle compatibilit di bilancio, con evidente disapplicazione dello stesso art. 32 della nostra Carta Costituzionale e con sicura esclusione di ogni concreta ed efficace azione preventiva e di promozione del benessere fisico-psichico, cos precisa lo stesso Antonetti. In campo sanitario, si legge ancora nel suo articolo, tutto lindirizzo e lapparato sanitario concentrato massimamente sulla cura. Ma anche in tale direzione il sistema mostra intera la sua incapacit di tutela, di assistenza della salute pubblica. Laziendalizzazione della sanit mostra tutto il suo fallimento. Lerrore politico di aver creduto possibile adattare la complessit della sanit alla logica della teoria economica del mercato aziendale. Vistoso il paradosso di conseguire prima il risparmio e dopo la tutela della salute. Le Regioni debbono sciogliere il controverso nodo del rapporto bisogni/risorse. Ci esige innanzitutto di superare tale modello, attraverso una nuova dimensione, di governo sociale e partecipato in grado di esaltare nuovi meccanismi interni, non appiattiti sulla mera logica di parit di bilancio, di compatibilit finanziarie. A proposito del nuovo federalismo sanitario che sancisce il passaggio delle competenze della spesa sanitaria alle Regioni, Ivan Cavicchi, insegnante di Sociologia sanitaria presso lUniversit la Sapienza di Roma, acutamente dichiara che il federalismo lo immagina come il colesterolo: c quello buono e quello cattivo. Il federalismo buono in particolare una dottrina sociale che si pone il problema dellorganizzazione della sovranit comunitaria, per mezzo principalmente dellEnte locale (il Comune) e attraverso assemblee che si riuniscono periodicamente per dibattere e decidere sui grandi obiettivi di salute nel proprio territorio. E in questo ambito prosegue Antonetti - che occorre cogliere la provocazione di Giorgio Fiore, presidente del Consiglio Comunale di Fondi, allorquando di fronte alla incapacit del governo regionale del Lazio di offrire adeguati livelli di assistenza e di cura, richiama il protagonismo della gente, il ruolo primario del Comune, quale istituzione costituzionale, entit territoriale su cui organizzata la popolazione, titolare della funzione di indirizzo politico e di attivit amministrativa. Risulta pertanto distante mille miglia, il confronto odierno in materia sanitaria e di promozione della salute. Risulta improba una possibile composizione del conflitto, in presenza di un indirizzo di politica sanitaria completamente appiattita sulla fase curativa, il cui sistema di regole e di vincoli si dispone a senso unico.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 15/06/2007 Ore 14:09