Prevedibile clamore allindomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha praticamente reso definitiva la confisca della cosiddetta Isola dei Ciurli, gli scheletri in cemento armato di 21 villette situati ai lati della Flacca in localit Salto di Fondi.Mentre esponenti di partiti di sinistra e di associazioni ambientaliste, da anni impegnati a chiedere la demolizione di quello che stato pi volte definito un ecomostro, hanno espresso ovviamente soddisfazione per la decisione; dal Comune, che in base alla citata sentenza diventa in sostanza proprietario dellarea e degli stessi immobili, si preferisce una relativa cautela. Aspettiamo di conoscere il contenuto e le motivazioni del provvedimento per regolarci di conseguenza si sono limitati a dichiarare il Sindaco Luigi Parisella e lassessore allurbanistica Salvatore De Meo. Il sindaco ha per espresso alcune perplessit sottolineando in particolare che nel 1989 le villette in questione sono state oggetto di concessioni in sanatoria mai annullate. Mi chiedo pertanto ha detto Parisella come si possa procedere alla confisca. Di tuttaltro tenore, ovviamente, i commenti delle associazioni ambientaliste, in particolare Legambiente che proprio per il mancato abbattimento dellIsola dei Ciurli lanno scorso aveva assegnato al Comune di Fondi la bandiera nera in tema di sensibilit ambientale. Pi o meno sulla stessa lunghezza donda i Democratici di Sinistra che per voce del segretario cittadino Bruno Fiore auspicano un recupero alluso pubblico per gli immobili utilizzabili e labbattimento di tutto il resto. Lo scopo ha spiegato Fiore deve essere quello di ridare una destinazione pubblica ad unarea simbolo dellaggressione speculativa. A tal proposito accogliamo in pieno la proposta della Regione Lazio ed in particolare dellassessore allambiente Zaratti di inserire questa zona nellistituendo Parco dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi. In attesa delle ulteriori reazioni e dei conseguenti atti formali, la sentenza della Cassazione rappresenta intanto una sorta di successo anche per la Procura della Repubblica di Latina che ha visto praticamente confermare le sue tesi in ben tre gradi di giudizio. Prima dal Giudice Unico di Terracina nel luglio 2004, poi dalla Corte di Appello di Roma nel febbraio dello scorso anno ed ora appunto dalla Cassazione che ha rigettato il ricorso contro la sentenza di appello presentato dalla societ ICIM proprietaria delle villette. Quegli immobili, come detto, diventeranno dunque del Comune che dovr deciderne la sorte. Considerato che la loro costruzione iniziata circa quaranta anni fa e che intemperie e trascorrere del tempo ne hanno deteriorato stabilit e sicurezza, sembra difficile che si possa giungere ad un recupero e ad una destinazione pubblica degli immobili. I costi di ristrutturazione e manutenzione sarebbero infatti elevati. Si presume che nellimmediato futuro si possa giungere dunque alla demolizione, come fra laltro auspicato dalla stesso vice-presidente ed assessore allurbanistica del Lazio Massimo Pompili, che ha preannunciato il possibile uso dei poteri sostitutivi attribuiti alla Regione in caso di inerzia del Comune.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 11/05/2007 Ore 14:07