Dovrebbero iniziare tra oggi e domani i primi interrogatori di garanzia delle 37 persone finite in carcere o agli arresti domiciliari nellambito dellormai nota maxi-operazione denominata Lazial Fresco, portata a termine allalba di luned dai Carabinieri della provincia di Latina nellambito di uninchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica su un traffico internazionale di droga.Ieri intanto tra Roma, Latina, Terracina e Sermoneta sono stati arrestati altri due uomini mentre altri tre sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria. Nella capitale stato infine rintracciato ed arrestato un 28enne che per qualche ora era riuscito a sfuggire al precedente blitz. Nonostante il clamoroso esito dellinchiesta, con il cospicuo numero di persone coinvolte e con il sequestro di ben 80 chili di hascisc e 40 di cocaina, il lavoro degli inquirenti non pu ritenersi comunque concluso, visto che al loro esame c una cospicua documentazione sequestrata nel corso di quasi due anni, da quando cio sono iniziati pedinamenti, intercettazioni e controlli. Oltre alla droga e ai documenti, sono stati sequestrati anche alcuni congegni elettronici presumibilmente utilizzati per rilevare la presenza di spie e microchip. Dalle intercettazioni inoltre emerso che i vari indagati, sospettando evidentemente di essere sotto controllo, cambiavano i loro numeri di telefono ogni due-tre giorni e utilizzavano nelle loro comunicazioni una sorta di codice cifrato in cui ad ogni lettera corrispondeva un numero. Nei confronti degli arrestati, il cui complessivo volume di affari si aggirava sui 100mila euro al mese e dunque complessivamente almeno sul milione di euro, non stato per il momento contestato il reato di associazione a delinquere anche se non escluso che, dopo le accennate verifiche, possa esserci una decisione in tal senso da parte della magistratura. Come ampiamente riferito nelle precedenti edizioni del nostro tg, questa brillante operazione antidroga ha suscitato ampio clamore nel nostro comprensorio, perch dodici delle persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare sono residenti tra Fondi, Monte San Biagio e Campodimele. Per quanto riguarda la nostra zona, i provvedimenti restrittivi hanno riguardato, lo ricordiamo, tre familiari referenti di una ditta di autotrasporti fondana gi coinvolti in precedenza in fatti analoghi, soprattutto in uninchiesta condotta dalla Polizia nel marzo dello scorso anno relativamente a presunte intimidazioni per il controllo del trasporto su gomma proveniente e destinato al MOF. Si tratta di un 51enne originario di Minturno, di suo figlio di 28 anni e di un suo nipote 31enne. Coinvolta anche una loro parente di 46 anni. Loperazione ha daltronde preso il nome proprio dalla loro ditta di autotrasporti nei cui camion frigo la droga, nascosta tra frutta e verdura, arrivava in zona dai porti di Gaeta o Civitavecchia o addirittura dalla Spagna e dalla Germania. Sempre a Fondi sono stati poi arrestati un 36enne, un 35enne, un 27enne ed una 32enne, tutti residenti nella zona della cosiddetta 167 e gi noti alle Forze dellOrdine; e, ancora, un 46enne e la sua compagna di 41 anni residenti nella zona de Le Spinete, gestori, a quanto si appreso, di un bar del centro. Il fratello della donna, un 35enne anchegli finito in carcere, residente invece a Campodimele. A Monte San Biagio, infine, stato bloccato un 39enne, referente di unaltra ditta di autotrasporti sempre di Fondi, fra laltro figlio del 66enne reo confesso di un omicidio avvenuto circa tre anni fa nelle campagne del paese. In molti casi, come detto, la droga sequestrata, proveniente inizialmente soprattutto dallArgentina, era nascosta tra carichi di frutta e verdura destinata ufficialmente al Mercato Ortofrutticolo di Fondi, i cui operatori, bene sottolinearlo, sono risultati assolutamente estranei alla vicenda. Proprio relativamente al ruolo del MOF, il colonnello Leonardo Rotondi, comandante provinciale dei Carabinieri, ha affermato che il centro agroalimentare di viale Piemonte produce tanta ricchezza e tanto lavoro, sede di persone che si cimentano e lavorano seriamente. Considerati la grandezza, il volume di affari, il notevole quantitativo di frutta e verdura che giornalmente vi transita, per anche luogo dov possibile occultare o far sviluppare altri tipi di interessi. E proprio su questo argomento si registrano le prime reazioni di natura politica. Riferendosi ai clamorosi arresti, Antonietta Brancati, capogruppo regionale del movimento Italiani nel Mondo, ha per esempio evidenziato che questa ed altre vicende analoghe deprimono la potenzialit dellimportante struttura fondana e che c bisogno che le Istituzioni, a partire dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Latina, facciano sistema con i Comuni interessati e le Forze dellordine affinch sia evitato il rischio che i continui episodi di malaffare possano creare incertezza negli operatori di questa importante risorsa del territorio condizionandone un completo sviluppo economico e commerciale.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 09/05/2007 Ore 20:37