Un procedimento che ha visto la maggior parte delle accuse finire in prescrizione e che è ruotato in larga parte su una serie di titoli sequestrati nell’abitazione di un 57enne, imprenditore edile del centro aurunco. Proprio questi era chiamato a rispondere del reato di usura, insieme ad un 62enne ex insegnante di filosofia sempre di Itri; un 58enne di Pavona ed un 64enne di Amaseno. Nella sua requisitoria il Pubblico Ministero Vincenzo Saveriano ha indicato l’imprenditore come protagonista di un rilevante giro di prestiti a tassi usurai, evidente nei precisi riscontri testimoniali effettuati in aula dalle parti lese. Si parlava di tassi di interesse annuali varianti dal 60 al 125 per cento. Essendo la maggior parte della accuse prescritte, il PM ha quindi chiesto tre anni di reclusione e mille euro di multa per il 57enne mentre per gli altri tre imputati l’assoluzione per intervenuta prescrizione. I difensori del principale imputato, gli avvocati Angelo Palmieri e Vincenzo Macari, hanno invece battuto sull’assenza di prove alle accuse mosse al loro assistito, parlando di semplici prestiti che nulla avevano a che vedere con l’usura. Per l’ex insegnante, l’avvocato Macari ha invece parlato di un vero e proprio errore, che ha visto coinvolto in un processo un onesto cittadino, accusato di aver strozzato gente che in realtà neppure conosceva e dalla quale non è stato riconosciuto. Il collegio del tribunale di Latina, presieduto dal giudice Cinzia Parasporo, con a latere Paola Di Nicola e Valeria Chirico, ha quindi condannato, concesse le attenuanti generiche, l’imprenditore edile a due anni e tre mesi di reclusione assolvendo invece l’ex professore per non aver commesso il fatto e gli altri due imputati per intervenuta prescrizione.