Nuova scommessa per linfaticabile padre trinitario Domenico De Rosa, fondatore della comunit terapeutica Solidariet presente a Itri.Racconta il cronista Orazio Ruggieri che proprio nel centro aurunco, dove la struttura sociale si accinge a compiere i suoi primi trenta anni di vita, sta per partire un nuovo progetto: il recupero dalle dipendenza dal gioco; a darne notizia lo stesso padre Domenico che non usa, per i suoi messaggi mediatici, effetti speciali, ma si serve di semplici incontri.
Confida il presbitero: Al pi presto diverr operativo il piano teso al recupero di quanti hanno fatto del gioco una dipendenza che ha segnato in maniera finora irreversibile la loro esistenza.
La base logistica del suo progetto sempre in localit Le Vaglie, lungo larteria che collega lAppia con la Itri - Sperlonga, nuova sede della struttura che era sorta, inizialmente, qualche chilometro pi distante, nella zona di Vallefredda.
Sottolinea padre De Rosa: Ritengo questa una nuova piaga che definirei subdola, rispetto alla dipendenza dalla droga e dallalcool, in quanto liniziale e apparente hobby del gioco, con un crescendo che la vittima non percepisce nellescalation della sua intensit, finisce per contaminare e distruggere la capacit di reazione della persona.
Le attuali particolari condizioni congiunturali favoriscono unespansione quasi globalizzata tanto drammaticamente ardua da contrastare e sconfiggere, in quanto fanno apparire questa sirena del gioco come una panacea contro lemergenza della crisi; i primi trenta anni di impegno, a Itri, al fianco delle vittime dellalcool e della droga, sono stati contrassegnati da risultati lusinghieri.
Lo stesso sacerdote spiega: La mia formazione scientifica mi ha portato a elaborare un sistema progettuale, facendo un amalgama di tre modelli psicoterapeutici: lAnalisi Transazionale, la Dinamica di Gruppo, la Psicoterapia relazionale nellottica sistemica.
C una filosofia, a monte di questi tre modelli, quella che va sotto il nome di personalismo; in tutto il nostro pensare e agire la persona che conta...la persona in s e per s, tossicodipendente o non, malato di Aids o sano.
Articolo
a cura di Arcidiocesi Gaeta
pubblicato il 21/03/2013 Ore 12:16