Improvviso stop nella raccolta delle olive verdi da commercializzare come prodotto in salamoia, da parte dei grossisti di Itri.A differenza degli anni precedenti, allorch il ritiro del frutto andato avanti fino all'Immacolata, quando i primi freddi rendevano increspata la superficie delle olive al punto che non potevano essere lavorate, quest'anno il mercato si chiuso prima. Alle prime e comprensibili lamentele di molti contadini che non avevano ancora effettuato il raccolto che ora si vedono costretti a destinare alla molitura, ha fatto eco il chiarimento sull'intera vicenda da parte di Domenico Franchi, presidente da tre lustri dall'UNAGRI (Unione Agricoltori Itrani) la cooperativa che commercializza il prodotto principe dell'agricoltura locale e che -va sottolineato- 'ha chiuso i battenti' nel ritirare le olive dopo gli altri grossisti locali. "Non si trattato -specifica Franchi- di un opportunistico stop anticipato dovuto a calcoli speculativi. Anzi. Mai, come quest'anno, il frutto (parliamo di oliva bianca, in quanto quella nera, meglio retribuita al produttore, viene raccolta dopo San Giuseppe) stato pagato in maniera tanto gratificante per il venditore. Ricordiamo, infatti, che, a Itri, ogni chilo di oliva ha fruttato al produttore un euro e 70 centesimi, a differenza di un euro appena pagato nella zona di Cori e nella fascia lepina, dove la pezzatura pi piccola destina il frutto principalmente alla molitura. Sono state ritirate dall'UNAGRI e dai grossisti olive del calibro 18 e questa grandezza riscontrabile soltanto nella cultivar itrana bianca, certificata come la migliore nel territorio dell'Italia centrale. Il prezzo pagato, nonostante ci abbia comportato un ristretto margine di utile, ha voluto rappresentare un . Questo valore ha fatto correre i soci a depositare in cooperativa, insieme ad alcuni non iscritti, che, comunque, avevano preventivamente concordato la vendita, circa 600 quintali di olive. Ora, tutti sanno bene -ha concluso Franchi- che l'oliva bianca non ha un mercato acquirente numeroso, come quella nera, in quanto sono i grossisti ciociari a richiederla, mentre quella nera fortemente voluta dal mercato partenopeo e campano. Poich la quantit raccolta (600 q.li) ha saturato la domanda degli acquirenti e la disponibilit di immagazzinamento da parte dell'UNAGRI, ci si visti costretti a fermare la raccolta, ben consci, comunque, di aver reso un grande servizio ai soci che, torno a ripetere, mai, come quest'anno, hanno riscontrato un utile cos congruo nella vendita del loro prodotto".
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a cura di La Redazione
pubblicato il 01/12/2012 Ore 13:07