E stata acquisitaal protocollo del Comune di Fondi il 16 ottobre scorso la relazione dellARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio) Sezione provinciale di Latina riguardante lanalisi dei rifiuti combusti dellex discarica di Via Quarto della Calce a Fondi, meglio nota comediscarica di Quarto Iannotta.I risultati del rapporto di prova relativo al campionamento non lasciano dubbi sulla pericolosit di questo sito abbandonato. In esso, infatti, vi si legge: Gli esami condotti sul campione effettuato in data 27/08/2012, evidenziano che il materiale esaminato caratterizzato dalla presenza di PCDD&PCDF la cui concentrazione espressa in T.E., risulta superiore al limite fissato dallart. 6, punto 6 lettera b) del DM 27/09/2010 per lo smaltimento in discarica per rifiuti non pericolosi; detto rifiuto, pertanto, dovr essere smaltito presso un sito di discarica di terza categoria per rifiuti pericolosi.
Per la cronoca ricordiamo che la discarica abbandonata di Quarto Iannotta fu interessata il 16 agosto da un violento incendio dei rifiuti presenti allinterno dellarea, costituiti prevalentemente da pneumatici, potature di arbusti e materiale plastico, che aveva provocato una nube nera, molto densa e bassa. Tale nube aveva interessato come possibile ricaduta, il terreno agricolo sottovento nella direzione delle colline.
Tornando ai risultati del campionamento dellARPA facciamo rilevare la gravit di quanto accertato in quanto le sigle PCDD& PCDF indicano sostanze chimiche aromatiche policlorurate (PCDD policlorodibenzenodiossine e PCDF policlorodifenili), indicate comunemente come diossine. Questo tipo di diossine hanno una alta tossicit, sono altamente liofile, sostanzialmente insolubili in acqua, molto stabili chimicamente e fisicamente. Tra le fonti pi pericolose di diossina vi lincenerimento di rifiuti urbani.
Le diossine, una volta prodotte ed immesse nellambiente, sono contaminati che permangono inalterati per molti anni e si distribuiscono nel suolo e nelle acque sia superficiali che sotterranee, ed entrano direttamente nella catena alimentare.
Dopo la vicenda drammatica di Seveso abbiamo conosciuto la pericolosit delle diossine nellambiente ma, da quel momento, anzich mettere in atto sistemi di sicurezza e di contenimento della loro presenza, si vista una rimozione del problema.
Il giorno di sabato 10 luglio 1976, a Seveso, una nube tossica fuoriusc da un reattore dellimpianto dellazienda chimica ICMESA con 170 dipendenti e di propriet del gruppo Offmann-La Roche. Subito dopo lincidente si registr un notevole incremento della mortalit degli animali domestici. La mortalit raggiunse livelli del 100% nelle fattorie dove gli animali venivano nutriti con foraggio o verdure provenienti dalle aree contaminate.
Dopo la nostra denuncia riguardo labbandono incontrollato dellex discarica di Quarto Iannotta, vi sono stati i controlli dellARPA, di cui abbiamo riferito, ed un intervento dellAmministrazione comunale che, ad oggi, si limitata a chiudere con un cancello la recinzione del sito e a rimuovere decine di campane in plastica per la raccolta dei rifiuti che vi erano state depositate.
E grave che davanti ad un rapporto cos allarmante come quello dellARPA, ricevuto il 16 ottobre scorso, lAmministrazione comunale non abbia inteso avviare concretamente e con urgenza la bonifica del sito.
Ed grave che lARPA si limiti a fotografare la situazione di pericolosit di quellarea, senza continuare ad effettuare controlli pi mirati sul suolo, sullacqua e sui prodotti animali per il rilevamento di queste sostanze.
Ricordiamo che lArt. 174 del Trattato della Comunit europea stabilisce che la politica della Comunit in materia ambientale debba contribuire alla salvaguardia, alla protezione e alla promozione della qualit dellambiente e della salute umana.
Bruno Fiore, Consigliere comunale del Partito Democratico
Articolo
a cura di Comunicato Stampa Bruno Fiore (PD)
pubblicato il 13/11/2012 Ore 13:19