Dal prossimo primo gennaio, o comunque dai primi giorni del nuovo anno, i cittadini del Lazio potrebbero essere nuovamente costretti a pagare un ticket sulle ricette farmaceutiche.Un contributo che sarebbe compreso tra un euro e cinquanta e due euro e quaranta; e che toccherebbe comunque in maniera minore malati cronici, anziani e meno abbienti.
Lipotesi - che per ora resta esclusivamente tale, visto che non stata ufficializzata nessuna decisione a riguardo emersa a margine della riunione tenutasi ieri per la firma di un documento di intenti tra Regione, Ministero delle Finanze e Ministero della Salute relativamente alla preoccupante situazione del debito della sanit laziale. Un ammanco di circa dieci miliardi di euro - di cui 6,2 accertati e 3,4 in fase di verifica - che dovr necessariamente essere sanato con una serrata lotta agli sprechi, con la gi annunciata riorganizzazione della rete ospedaliera, con unindispensabile modifica dei criteri di erogazione delle prestazioni sanitarie e, se necessario, con un ricorso, appunto, allintervento dei cittadini-contribuenti.
In attesa degli ulteriori sviluppi, un quadro pi chiaro si avr sicuramente a fine gennaio quando la Regione Lazio dovr presentare al Governo il cosiddetto Piano di rientro, il programma operativo in cui saranno dettagliatamente specificate le modalit con cui si intendono recuperare le risorse finanziarie.
A met febbraio dovrebbe poi esserci la sottoscrizione di un vero e proprio accordo sempre tra Regione e Governo, che da parte sua ha assicurato il massimo sostegno possibile, senza quantificare per lammontare di eventuali contributi eccezionali oltre quelli previsti dal piano sanitario nazionale.
Relativamente alla gestione della sanit da parte della passata giunta regionale di centrodestra - alla quale lattuale maggioranza di centrosinistra attribuisce in pratica la responsabilit dellincredibile debito di circa 20mila miliardi di vecchie lire - si registra intanto una delle prime importanti condanne nellambito della delicata inchiesta su presunte tangenti per laccreditamento di strutture private.
Nei giorni scorsi il Giudice per ludienza preliminare di Roma, Adele Rando, ha infatti condannato a quattro anni e quattro mesi lex assessore regionale Giulio Gargano, interdetto contestualmente dai pubblici uffici.
Lex esponente di Alleanza Nazionale, poi passato a Forza Italia, ha patteggiato la pena relativamente allaccusa di corruzione per tre specifici casi in cui avrebbe percepito complessivamente oltre tre miliardi di vecchie lire da Anna Iannuzzi, limprenditrice romana del settore sanitario, anchella coinvolta nella stessa inchiesta e ormai nota alle cronache come Lady Asl.
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a cura di la Redazione
pubblicato il 29/12/2006 Ore 14:45