Massimo Di Biasio adesso ha quasi 33 anni, per ha deciso che arrivato il momento di dire basta. Il calcio, la passione di una vita, nei suoi piani, deve andare in soffitta insieme ai ricordi di una giovent. Ci sono momenti in una vita in cui arrivi ad un bivio e devi decidere cosa fare: continuare la tua passione, con tutti i rischi del caso, oppure decidere di iniziare un viatico diverso, dove accanto a te non c' pi solo un pallone, ma una persona con cui condividere un viaggio di serenit insieme.
Massimo ha giocato per tanto tempo nel Fondi, ma non solo.
Nell'Hinterland ha giocato anche a Formia (seppure nella Berretti),
Virtus Lenola, Scauri, Sezze. Ovunque ci fosse una palla da
rincorrere, lui c'era sempre. Fiato da maratoneta, non per niente il
suo ruolo era quello di centrocampista (dove di media si corre di
pi). E' un fondano doc, conosce questa citt, la ama nonostante alle
volte gli stia stretta. Ha condiviso con questa maglia tante gioie
(ben due promozioni, dalla 1^ Categoria all'Eccellenza)
L'appuntamento in un bar del paese, il tempo grigio. Durante la
chiacchierata si trasforma in un vero acquazzone. Per fortuna il volto
di Massimo non perde mai la luminosit di quando ci ha accolto. Ci
parla di questa passione con la consapevolezza che - se vero si
ritirato da poco - ha fatto parte della sua vita per quasi trenta
anni. Guarda spesso nel vuoto, per cercare le risposte alle nostre
domande.
Prima di iniziare vogliamo svelarvi un arcano. Lui all'inizio non
voleva neanche fare questa intervista, convinto di fare una brutta
figura. Invece vedrete che ha fatto un vero figurone.
Ciao Massimo, quando hai deciso di abbandonare il calcio?
Prima di rispondere ci pensa un attimo: "Era un po di tempo che ci
pensavo, ogni volta che si giocava vedevo scemare gli stimoli dentro
di me. Cominciava a mancarmi qualcosa dentro, come possiamo
chiamarlo?"
Stimoli per caso?
"Si, ecco! Gli stimoli. Senza di loro ti rendi conto che qualunque
cosa fai, ha poco senso. Il lavoro cominciava a prendermi sempre pi
tempo, cos mano a mano ho cominciato ad elaborare dentro di me un
pensiero che portava dritto al ritiro".
Ti venuta voglia in queste prime settimane di ricominciare?
"La verit? No, al momento ho voglia di "riposarmi". Il lavoro, come
detto, impegnativo, non tanto dal punto di vista fisico, ma le
responsabilit enormi che ho, non mi danno neanche il tempo di
fermarmi a pensare".
E quando ci pensi?
"Non ne sento la mancanza, sar strano, ma cos".
Vogliamo insistere: quando vedi un manto erboso, non senti nulla dentro di te?
"Come no! Questo si. Vedo i ragazzini correre e la mente torna a
quando ero io, giovanissimo, a star dietro ad un pallone, mettendo da
parte tutto, studio compreso. Per con il tempo ti rendi conto che,
per star dietro ad una passione, lasci dietro di te tante cose".
A proposito: cosa ti ha tolto il calcio?
"Se vado a fare una tara, credo mi abbia pi dato che tolto".
E facciamola questa operazione.
"Mi vuoi mettere proprio in difficolt eh! Dai, penso che le emozioni
e l'adrenalina che ti da il calcio, pochi sport possono dartelo.
Quando scendevo in campo sentivo le farfalle nello stomaco, non si pu
spiegare, devi viverle. Cosa mi ha tolto? Credo che sia pi quello che
mi ha dato che altro".
Diventa raggiante quando dice queste cose. I suoi occhi sono sinceri,
si legge ancora quel pizzico di adrenalina che per tanto tempo gli ha
fatto compagnia sui campi (spesso polverosi) di provincia.
Se non avessi giocato a calcio, cosa avresti voluto fare?
"Se te lo dico ti vien da ridere, ma io da piccolo volevo fare il
cantante. Mi piaceva molto potermi esibire. Per fortuna che ho un
forte senso del ridicolo e mi sono limitato al calcio, altrimenti sai
che fine misera avrei fatto?".
Ride di gusto. Massimo ormai padrone della scena.
Ascolta Massimo, nella tua carriera da calciatore, pensi che ci sia
pi rammarico o pi rimpianto?
"Con il senno di poi, credo che potevo fare molto meglio. Negli ultimi
anni, sar l'et, mi sono parecchio tranquillizzato. Forse anche per
questo mio carattere un po cos, che mi sono trovato molte porte
chiuse. Chiss, alle volte ci penso e mi chiedo: avessi avuto un
carattere diverso, come sarebbe cambiata la mia carriera? Molti mi
hanno sempre detto: hai stoffa, puoi far carriera. Pazienza, sono
contento lo stesso".
Un ricordo della tua carriera?
"Ero giovane, alle prime armi, giocavo nelle giovanili del Formia e un
giorno venne un osservatore dell'Empoli. Mi portarono su da loro per
fare un provino ed in macchina con me c'era un ragazzino come me, un
tale Vincenzo Montella. Quando ci penso poi mi sale il rammarico per
non aver fatto carriera, ma un attimo".
Ed un ricordo di calcio giocato?
"Qui c' un oceano di ricordi. Ad Anitrella vincemmo 3-1, giocavo con
il Fondi ed io feci una doppietta. Che domenica stupenda! Quella sera
ero una pallina da flipper talmente ero gasato".
I momenti pi belli?
"Sicuramente a Fondi, quando facemmo due promozioni: dalla 1^
Categoria all'Eccellenza. Anni fantastici, con la citt che seguiva
maggiormente la squadra in confronto ad oggi".
Prima di chiudere vuoi ringraziare qualcuno?
"La tifoseria del Fondi in primis. Ogni volta, quando i tifosi mi
facevano il coro, mi veniva la pelle d'oca. Di loro manterr sempre un
ottimo ricordo. Tu pensa: giocavo con il Sezze e una domenica
affrontammo il Fondi. I ragazzi della curva mi diedero una targa che
ancora oggi conservo con tanta gelosia. Mi fecero emozionare".
Articolo
a cura di D. Mosconi
pubblicato il 25/07/2012 Ore 14:10