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L'Associazione culturale/Compagnia di teatro Amatoriale "I lavorAttori" di Fondi presenta la nuova commedia in due atti: "Non mai troppo tardi, il permesso di Natale", in scena dal 3 al 6 febbraio 2012 ore 21.00 presso il Centro Multimediale Dan Danino di Sarra, piazzale delle Regioni.Liberamente tratta da "La licenza di Natale, ma quale miracolo" di Carmelo Gaudiano. La commedia si svolge in casa di un attempato artigiano falegmane di Fondi, Peppino Scordato, alla fine degli anni '50. Peppino ha sempre condotto, insieme alla propria famiglia, una vita improntata all'onest ed a sani principi morali, nonostante le brutture della Guerra. Oltre al proprio lavoro, la principale occupazione di Peppino quella di pensare costantemente alla realizzazione del Presepe di Natale -antica tradizione di famiglia- per testimoniare la grande devozione nei confronti del Santo Protettore degli artigiani: San Giuseppe, padre putativo di Ges. Di conseguenza, ad accollarsi tutti gli oneri familiari sempre stata sua moglie Nannina oltre che a gestire la presenza ingombrante in casa della cognata zitella Michelina, sorella del marito, e la delicata situazione del ritardo mentale del figlio Checchino dovuto ad un forte trauma subito durante lo sfollamento del 1944 sulle montagne di Lenola. Attorno alla famiglia Scordato, ruotano molti personaggi che rappresentano il tessuto sociale di quell'epoca; ma alla fine sar la Fede che decider, come giusto che sia secondo l'autrice Mena Antonelli, la risoluzione degli eventi. Gli attori in scena sono: Giuseppe Velletri, Gino di Fazio, Mena Antonelli, Ermanno Popolla, Veronica Addessi, Marina Antonelli, Teresa Iannoni, Marco Teseo, Antonella Simonelli, Roberta Barbato, Serena de Fabritiis ed Erasmo Giuliano. L'autrice e regista, nelle note scrive inoltre una premessa, ovvero che il linguaggio utilizzato nel testo teatrale un italiano semplice e spesso sgrammaticato in uso nei primi anni '60 quando ormai erano passati una quindicina di anni dalla fine della II Guerra Mondiale. Erano gli anni del riscatto sociale ed economico di un'Italia distrutta, soprattutto nell'anima, dalla Guerra e dalle sue brutture. Tutti volevano dimenticare la fame e le sofferenze patite, ed allora i pi umili, per darsi un contegno, cercavano di parlare a modo loro, e con l'aiuto dei figli istruiti, l'Italiano. "Non mai troppo tardi -dichiara Mena Antonelli- comincia laddove termina Natale in casa Cupiello del grande Eduardo, e vuol essere un omaggio al nobile pensiero che innalza tutti i suoi capolavori teatrali".
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a cura di La Redazione
pubblicato il 13/01/2012 Ore 16:05