In attesa della sentenza in merito all'inchiesta della Dda di Napoli denominata Sud Pontino prevista per met dicembre, la parola ora spettata ai legali Maria Antonietta Cestra e Giuseppe Lauretti, difensori di Giuseppe, Armando, Luigi e Melissa D'Alterio, gli autotrasportatori fondani accusati di implicazioni mafiose in particolare col clan dei Casalesi, instaurando al MOF un vero e proprio regime dittatoriale.
Gli avvocati difensori dei D'Alterio cercano con una lunga arringa di smontare le accuse rivolte ai 4 indagati dal pm Curcio, che ha chiesto 12 anni di reclusione per Giuseppe D'Alterio, 9 per i figli Armando e Luigi, e 6 per la figlia Melissa, l'unica tornata in libert.
A Fondi c' il libero mercato e il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso l un reato impossibile, sostengono i due legali, che hanno dipinto i D'Alterio come detentori di un'azienda storica, alla quale non serviva certo la camorra per lavorare.
Insomma i due negano qualsiasi legame tra i loro assistiti e i Casalesi e per avvalorare la propria tesi ricordano i lunghi periodo di carcere dei D'Alterio, un impedimento per far parte di un clan malavitoso, e la mancanza di prove del legame con la mafia, emerse dai monitoraggi delle squadre Antimafia che si sono occupate della vicenda.
Hanno dunque chiesto la scarcerazione anche di Luigi ed Armando D'Alterio, che sar accolta o rigettata nel corso della prossima udienza.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 24/11/2011 Ore 13:00