Terzo tentativo di ricusazione ieri mattina da parte dei difensori degli indagati nel processo Damasco2 , con la richiesta di rinvio della requisitoria e di astensione nella fase decisionale dei giudici Lucia Aielli, Mara Mattioli e Valentina Valentini.
In seguito al rigetto da parte del Tribunale, ieri il pm Maria Cristina Palaia ha delineato nel corso di una lunga requisitoria i tratti di un'associazione mafiosa capillare e ben articolata sul territorio fondano, a partire dalla genesi delle indagini fino ad arrivare alle implicazioni all'interno della pubblica amministrazione.
Un vero e proprio clan malavitoso in cui ogni membro svolgeva un ruolo preciso nell'economia dell'associazione sia per quanto riguarda i traffici criminali sia riguardo l'inserimento all'interno degli appalti pubblici.
Una compagine criminosa dalla spiccata carica intimidatoria interessata ai settori delle pulizie, dell'ortofrutta -come dimostra il regime dittatoriale instaurato al Mof da Franco Peppe che dettava legge in concomitanza con i Casalesi e Cosa Nostra- , ma anche alle pompe funebri, alla sanit, alla droga, all'usura.
La pubblica accusa ha toccato tra i vari punti della requisitoria anche gli intrecci familiari e la storia dei Tripodo, partendo dall'omicidio di Domenico, dal successivo insediamento della famiglia nella realt fondana e il mantenimento dei rapporti con la terra d'origine attraverso i frequenti soggiorni in Calabria di Venanzio Tripodo e i legami matrimoniali con le figlie di boss a capo di associazioni mafiose o indagati nell'istruttoria, come Aldo Trani e Franco Peppe.
Centrale nella formulazione dell'accusa, oltre alle intercettazioni telefoniche e ambientali, ai riscontri documentali, alle testimonianze dei pentiti, il clima di omert creato dall'associazione mafiosa, come appare evidente dalle reticenze di molte deposizioni, e i reati contro la pubblica amministrazione, commessi da numerosi funzionari comunali corrotti dall'associazione mafiosa.
Il pm proseguir la discussione questa mattina e formuler le richieste di condanna.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 25/10/2011 Ore 13:13