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Saranno interrogati domani Antonio Ciccarelli e Francesco Palermo. I due fondani, amministratori della Gival, arrestati dalla Polizia, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.Le manette ai loro polsi sono scattate nell'ambito dell'operazione Scacco Matto, che ha portato in cella ben 35 persone. L'accusa a carico di Ciccarelli, Palermo e di altri due responsabili della ditta residenti in provincia di Salerno di concorso esterno in associazione mafiosa. Per gli inquirenti la Gival, dopo aver vinto un appalto per la ristrutturazione del Liceo scientifico Renda a Polistena, avrebbe subappaltato i lavori a ditte vicine alla cosca Longo Versace, sgominata con l'operazione scattata all'alba di marted. Ad incastrare i due anche le dichiarazioni del testimone di giustizia, Gaetano Saffioti, imprenditore che ha denunciato lo strapotere delle cosche in riferimento all'appalto del liceo scientifico sopraccitato. A chiarire i contorni della vicenda, sono stati il procuratore di Reggio Giuseppe Pignatone e l'aggiunto Prestipino, nel corso di una conferenza stampa convocata dopo l'operazione. Per loro: Il primo passo degli amministratori di quella societ (Gival, ndr) stato quello di contattare i Longo per un accordo in cerca di tranquillit. A Fondi si parla soprattutto dell'arresto di Ciccarelli, ex consigliere comunale eletto in quota Forza Italia, dimessosi nel 2009. Oltre a comparire nella relazione della commissione d'accesso, Ciccarelli era gi stato segnalato all'Antimafia. Il comandante del Nucleo investigativo provinciale, Luigi Spadari, nell'informativa conclusiva sul filone di Damasco relativo all'usura, aveva infatti sostenuto che soprattutto il commerciante Vincenzo Garruzzo era in grado di condizionare la pubblica amministrazione grazie a politici fondani compiacenti. Tra quest'ultimi il capitano Spadari, il 15 giugno 2008, segnal Ciccarelli. A Garruzzo erano state infatti sequestrate delle matrici di assegni su cui era indicato il nome del politico e Ciccarelli aveva dichiarato ai carabinieri che, per tenere lontane da un'asta delle persone ed evitare cos rialzi, aveva consegnato 25 milioni di lire a Garruzzo e di aver ottenuto da quest'ultimo anche prestiti senza interessi.
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a cura di La Redazione
pubblicato il 17/03/2011 Ore 14:27