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Unevasione fiscale da oltre 140 milioni di euro. Cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, 39 denunce a piede libero per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, 4 societ cartiere scoperte, 300mila tonnellate di ferro rinvenute, due Ferrari, quattro moto, una villa ed altri immobili sequestrati, per un valore complessivo di oltre due milioni di euro.Questi i numeri che racchiudono la brillante operazione della Guardia di Finanza di Frosinone, denominata in codice Vesuvio. La vasta attivit di servizio, iniziata circa un anno fa, ha portato allo scoperto un sodalizio criminale strutturato al punto da diventare una vera e propria associazione per delinquere operante nel settore del recupero e del commercio allingrosso di materiali ferrosi. I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Frosinone, agli ordini del capitano Panzini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica e nella fattispecie dal sostituto procuratore Tonino di Bona, hanno scoperto una macroscopica frode fiscale quantificata in oltre 140 milioni di euro nonch lemissione e lannotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 160 milioni di euro. Le indagini di polizia giudiziaria sono partite da unintuizione degli uomini del colonnello Giancostabile Salato che, grazie ad un costante monitoraggio del territorio e ad informazioni acquisite attraverso una attivit di intelligence, hanno effettuato una serie di ricerche ed accertamenti che hanno portato allindividuazione di 4 societ avente sede al confine tra Supino e Frosinone e Roma, risultate essere societ cartiere. Dalle indagini stata quindi accertata una consolidata associazione criminale operante tra Campania, Lazio e Umbria. Anche se gli amministratori delle societ finite nel mirino erano residenti tra la provincia di Frosinone e Sezze, Fondi e Tivoli. Qual era il modus operandi per frodare lo Stato? Emettevano fatture intestate a persone defunte, oppure utilizzavano nomi e indirizzi prelevati dagli elenchi telefonici. Un meccanismo che serviva loro per creare fittiziamente costi che giustificassero lentrata della merce di provenienza illecita. Lassociazione a delinquere, dunque, operava attraverso la costituzione e linterposizione fittizia, nel circuito commerciale, di societ cartiere di fatto prive di beni e di struttura organizzativa imprenditoriale. Le aziende di per s inesistenti, avevano solo lo scopo di attribuire liceit al trasporto ed alla cessione dei rottami ferrosi. Una copertura documentale, insomma, al materiale ferroso destinato alle acciaierie del Centro e del Nord Italia. Di notevole efficacia si rivelato luso delle intercettazioni telefoniche - hanno spiegato il sostituto procuratore Di Bona e il colonnello Salato - attraverso le quali stato possibile individuare le persone facenti parte dellorganizzazione criminosa nonch ricostruire tutti i passaggi, sia reali che documentali (documenti di trasporto e fatture), dei viaggi di materiale ferroso. Per poter eseguire la vasta operazione la Guardia di Finanza di Frosinone ha visto impegnati oltre cento uomini che hanno lavorato alacremente tra le province di Frosinone, Latina, Roma e Livorno al fine di portare a compimento unoperazione di rilievo.
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Articolo
a cura di Tiziana Cardarelli (La Provincia)
pubblicato il 16/02/2011 Ore 14:35