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Dopo Lazialfresco, tra unindagine e laltra delle Direzioni distrettuali antimafia di mezza Italia, ora la volta di Diablo, lennesima inchiesta sullo spaccio di montagne di cocaina e hascisc, con snodo principale a Fondi. Diciotto gli imputati, in larga parte pregiudicati storici del territorio pontino, sui quali, tra due mesi, il giudice per ludienza preliminare del tribunale di Latina, Laura Matilde Campoli, dovr pronunciarsi e decidere se rinviarli a giudizio.Diablo uninchiesta portata avanti in sordina dal sostituto procuratore Vincenzo Saveriano, che ha visto i finanzieri di Formia impegnati per anni a monitorare i movimenti degli indagati, ad effettuare perquisizioni e sequestri, ad intercettare migliaia di conversazioni telefoniche e a piazzare decine di cimici. Conclusi gli accertamenti, il magistrato si convinto che, tra il 2003 e il 2004, chili di hascisc e cocaina venissero acquistati a Milano, Roma, e Napoli da pregiudicati fondani, che nella Piana vendevano la sostanza stupefacente per indirizzarla al mercato locale e a quello di Cisterna di Latina e Sperlonga. Il sostituto Saveriano anche sicuro che gli indagati non avevano alcun problema a ricorrere alle maniere forti verso chi non pagava la droga e a dedicarsi anche ad altri affari, come cercare di mettere in piedi una stamperia di denaro falso, rapinare tir o ricettare carichi di merce rubata.
Sotto accusa sono finiti cos i fondani Giuseppe DAlterio, detto Peppe o marocchino, pi volte al centro di inchieste sul maxi-spaccio di droga e attualmente in carcere perch ritenuto dallAntimafia di Napoli in affari con i Casalesi per controllare il Mof, il figlio Luigi, la moglie Anna Milazzo, il 38enne Luca Fabrizio, Alessio Ferri, Francesco Pistillo, Pasqualino Marotta, Fabio Pannozzo, e Carlo Zizzo, Giuseppe Ciano, di Gaeta, Roberto e Gianluca Lorello, di Cisterna, Gianluca Risivi, di Lenola, Umberto Gori, di Sezze, Matteo Baldascini, di Latina, Fabio Criscuolo, di Latina, Aldo Perrucci, di Napoli, e Antonio Scimmo, di Volla. Secondo il sostituto Saveriano, Giuseppe e Luigi DAlterio, sfruttando i camion della loro societ, la Lazialfrigo, avrebbero trasportato dal Nord Italia e dalla Spagna ingenti quantitativi di hascisc e cocaina, rifornendo di droga, tra gli altri, Carlo Zizzo, Alessio Ferri e Umberto Gori. O Marocchino si sarebbe poi procurato anche denaro falso e avrebbe cercato di mettere in piedi una stamperia. Tra due mesi il giudice Campoli decider sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Vincenzo Saveriano per i diciotto imputati.
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a cura di C. Pistilli ( La Provincia )
pubblicato il 28/01/2011 Ore 14:32