Forte ridimensionamento delle condanne in secondo grado nel processo Lazialfresco. Ieri i giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Roma hanno accolto le richieste del collegio difensivo in merito all’esclusione dell’aggravante dell’ingente quantitativo per molti degli imputati e hanno concesso le attenuanti generiche.Ne sono risultate sentenze riformate per 29 delle 33 persone finite sotto processo (già in quattro erano stati assolti in primo grado), in tre casi risolte con una assoluzione. Si chiude così il secondo atto del lungo iter giudiziario iniziato a maggio del 2007 con l’operazione dei carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale che eseguirono 39 arresti nell’ambito di una vasta inchiesta su un traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e hashish importate dall’estero sulle rotte di Fondi. In totale il tribunale di Latina, giudici Toselli, De Robbio e Minunni, aveva deciso pene per 218 anni e 11 mesi di reclusione oltre a multe per poco più di un milione e mezzo di euro mentre ieri l’Appello di Roma è arrivato a riformulare condanne per 134 anni di carcere. Ritoccate le pene più rilevanti che in primo grado riguardavano Giuseppe D’Alterio, passato da 12 anni di reclusione a 7, Donatella Saturnino, da 16 anni a 11, Gino Stravato, da 18 anni a 16 anni e sei mesi Fabio Criscuolo passato da 10 anni a 6 anni e sei mesi. La condanna più alta irrogata in primo grado era però nei confronti di Giovanni Giordano, 19 anni di reclusione passati a 12 anni. Ne escono bene anche gli altri due D’Alterio, Luigi D’Alterio del '79, passato da 7 a 3 anni e l'altro Luigi D’Alterio del 1976 passato da sei anni e sei mesi a quattro. I giudici hanno accolto solo per tre persone la richiesta del procuratore generale che aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado, per il resto degli imputati ne è uscito fortemente ridimensionato il castello accusatorio soprattutto sul fronte del non riconoscimento dell’aggravante dell’ingente quantitativo di droga, un elemento che consentirà a molti imputati di ottenere dei benifici nell’espiazione delle pene.
Articolo
a cura di La Redazione
pubblicato il 27/10/2010 Ore 12:38