Nella capitale, sta diventando un vero caso politico, con associazioni di categoria divise e Comune di Roma indeciso sul da farsi per non rischiare di vedere popolare la piazza antistante il Campidoglio di albergatori e gestori di chioschi, B&B e campeggi sul piede di guerra. Ma la situazione nelle altre province laziali ed in particolare in quella di Latina, dove le cifre che riguardano il turismo sono sicuramente meno influenti sulle casse pubbliche che a Roma, l'idea di far pagare 1 euro al giorno ad ogni turista, crea delle divisioni: non tutti i sindaci sono favorevoli. Ad esempio per il sindaco di Sperlonga, gli eventuali incassi derivanti da questa tassa, non farebbero di certo la differenza; la pensa allo stesso modo anche il sindaco di San Felice (media presenza turisti 50mila) e quello di Terracina (media stagionale 150mila) che auspicano invece meno sprechi, vista la difficile situazione economica che tutti stiamo attraversando. Ma mentre sulla terra ferma la questione è ancora nel vivo della discussione, a Ponza e Ventotene i turisti pagano 1 euro al giorno almeno da due anni. Da quando nel 2008 ci fu una tremenda mareggiata che creò notevoli danni ai pontili ( ironia della sorte successivamente posti sotto sequestro) ed altre strutture. L'allora amministrazione Marrazzo studiò questo balzello: un euro in più su ogni biglietto, ovviamente non per i residenti, per andare e venire dalle due isole, con navi veloci e traghetti vari. Ma nessuno sa -afferma il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenzo- che la Regione Lazio in questi anni non ha mai dato un solo euro ai Comuni di Ponza e Ventotene.” Eppure i turisti devono pagare, a loro insaputa, un euro per venire a trovarci ed un euro per tornare sulla terra ferma”.