Parco Riviera di Ulisse, per la direzione dellEnte la polemica sollevata dal sindaco di Sperlonga Rocco Scalingi sarebbe una bolla di sapone.Sull'arenile della Grotta di Tiberio - chiarisce una nota ufficiale - sono vigenti le norme previste nel decreto istitutivo che non vietano il posizionamento di ombrelloni e tanto meno la sosta. Dunque se la legge non lo vieta, larea tutelata pu essere presa dassalto dagli accampamenti dei turisti.
E se listituzione punta il dito contro gli attori della polemica i cui toni fanno presumere che i reali obiettivi siano altri ci si chiede quali siano allora le regole da rispettare se di area protetta si tratta. E chi dovrebbe vigilarvi, considerato che il sito oggettivamente lasciato alla libera fruizione.
pur vero, che negli scorsi anni, da soli, con organico insufficiente e senza avere mai alcun supporto e collaborazione, abbiamo impedito che si posizionassero ombrelloni. Lo dimostra il cartello (nella foto) che un anno fa effettivamente delimitava larea e che invece questanno sparito. Da un'attenta verifica delle norme attualmente vigenti, consultando anche l'autorit marittima, abbiamo constatato - prosegue la nota - che nulla vieta la presenza di ombrelloni in quel tratto di arenile. Questo Ente non ha oggi la potest di emanare norme in tal senso e tanto meno a far rispettare presunti divieti.
L'amministrazione comunale di Sperlonga, - rimpallano dal Parco - titolare del demanio marittimo, ha la competenza con apposita ordinanza sindacale di vietare il posizionamento degli ombrelloni sulla spiaggia all'interno del Monumento Naturale ed il Parco disponibile a collaborare. Non si fa cenno, nel documento, per, alla denuncia di Scalingi rispetto alle attivit di pesca illegale che vengono svolte nella notte, in piena tranquillit nellarea marina del Parco, quello specchio dacqua estremamente ricco di natura che si trova proprio davanti alla villa dellimperatore romano. Daltronde a quanto pare, la direzione dellEnte non avrebbe ancora ricevuto la missiva del sindaco. E dunque, non pu replicare carte alla mano.
In definitiva, tuttavia, siamo alle solite. Si gioca al rimpallo e alla fine quellarea che si definisce protetta, ricca di risorse naturali, architettoniche e culturali, resta oggettivamente e tristemente abbandonata.
Articolo
a cura di I. Chinappi - Il Territorio
pubblicato il 22/07/2010 Ore 14:36