Riccardo Izzi vittima sacrificale dellamministrazione di Fondi. Questo il succo dellarringa di quattro ore e mezzo del suo difensore in Damasco 2, Giulio Mastrobattista.Ieri mattina davanti al gip Aldo Morgigni hanno presentato la loro richiesta a non procedere con il rinvio a giudizio i legali Mastrobattista, Giuseppe Lauretti e Eugenio Minniti per conto dellex assessore Riccardo Izzi, di Venanzio Tripodo, Antonio DErrigo e Igor Catalano.
Se a sostegno della richiesta avanzata da Lauretti e Maria Antonietta Cestra c la recente sentenza della Corte di Cassazione che ha scarcerato Tripodo (per la quale Morgigni si riservato di decidere in attesa del parere del pm antimafia Maria Cristina Palaia), nel caso di Izzi, Mastrobattista ha collezionato una serie infinita di documenti e dimostrazioni.
Ha sollevato diverse eccezioni preliminari riguardo allinutilit di molti atti che erano stati archiviati dalla Dda nel 1998 e ripescati nellinchiesta del 2008. Ha sostenuto linutilizzabilit delle intercettazioni telefoniche ed tornato sulla posizione del gip Morgigni, presentando una verifica di costituzionalit alla Corte di Cassazione. Il gip infatti, al momento ricusato per incompatibilit
in questo ruolo, secondo la legge non pu emettere alcuna sentenza.
Tornando ad Izzi, Mastrobattista ha sollevato linsussistenza dellipotesi associativa richiamando le precedenti sentenze nei confronti di Tripodo e Trani in cui esclusa tale aggravante. A sostegno di tale insussistenza inoltre c da considerare pure che lipotesi associativa riferita solo ai contatti con due soggetti, quando per la Cassazione il concorso esiste quando c collaborazione con lintera organizzazione. Nel dettaglio, poi, lattivit di Izzi in Comune sarebbe stata, secondo la tesi della difesa, molto limitata. Mastrobattista ha richiamato la condizione soggettiva della Net Service e presentato la certificazione antimafia che le aveva rilasciato la Prefettura di Latina.
Ma il punto pi sorprendente della discussione stato quello che riguarda laggravante del 416bis contestata a Izzi, il quale avrebbe, con gli appalti, condizionato lattivit economica del Comune. Gli incarichi legittimi conferiti attraverso Izzi - ha detto il difensore - raggiungono in eccesso i 55mila euro su un bilancio triennale del Comune che supera il milione di euro.
Una cifra che non avrebbe dunque alcun potere di condizionamento delleconomia pubblica.
Tutti i politici pressavano per i pagamenti aveva detto una dipendente comunale. Non capisco perch a questo punto - ha commentato Mastrobattista - sia stato indagato solo Izzi, vittima
sacrificale dell intera amministrazione comunale.
emersa una polemica sullattivit oscurantista della Procura della Repubblica di Latina che avrebbe sorvolato su alcuni reati gravi i quali sono passati necessariamente sotto la lente della Dda. Curioso pure il contrasto emerso nei due processi in corso, Damasco 2 a Roma e quello ai DAlterio a Napoli.
Nellordinanza del pm di Napoli Curcio - ha fatto notare la Cestra - si legge che il padrone del mercato di Fondi Costantino Pagano. La Dda di Roma invece sostiene che sia Venanzio Tripodo. Una piccola dimostrazione di quanto a questo punto le cose siano ingarbugliate, come ha fatto notare ieri mattina, tra le righe, pure il pm Palaia. Marted prossimo, comunque, si torna in aula.
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a cura di I. Chinappi - Il Territorio
pubblicato il 18/06/2010 Ore 13:12