Un provvedimento non facile, giunto dopo cinque giorni dalla discussione, a causa del precedente su Armando D’Alterio. Il pool di difensori aveva spiazzato il collegio e il pm antimafia Francesco Curcio con pagine e pagine di documenti e prove a sostegno della marginalità del ruolo dei loro assistiti. Tuttavia il fatto che il tribunale della libertà avesse già deciso di lasciare in carcere Armando, che ha un peso inferiore rispetto agli altri nella vicenda, ha probabilmente inciso più di ogni altra cosa.
I quattro sono accusati di aver collaborato con i Casalesi, in particolare con la ditta casertana di Costantino Pagano che aveva sede al Mof, nella spartizione dei trasporti legati ai mercati ortofrutticoli.