Tornano a Fondi gli uomini della Direzione distrettuale antimafia. Ma stavolta Damasco non centra nulla. E non centra nemmeno il Comune. A finire nellocchio del ciclone Mario Izzi, presidente del CdA del gruppo Cedis Izzi.Ieri mattina i militari del Comando di Latina, incaricati dalla Dda di Roma, con il supporto degli uomini della Compagnia di Gaeta, hanno setacciato tutte le propriet intestate al pi grosso imprenditore della citt. Fin dalle prime luci dellalba hanno perquisito la sede della ditta, situata al km 116,900 della via Appia, tra Fondi e Monte San Biagio. E non solo. Hanno rivoltato le case, gli appartamenti della famiglia Izzi, perfino le autovetture: controlli dai quali sono spuntate armi risalenti al secondo conflitto mondiale senza aver mai presentato la regolare denuncia.
Un'illecito che ha prodotto l'arresto di Mario Izzi ora finito ai domiciliari.
Si tratta di indagini strettamente riservate e sulle quali sia i carabinieri che l'avvocato Giulio Mastrobattista tengono le bocche cucite.
Izzi da sempre conosciuto come uno degli uomini finanziariamente pi potenti di Fondi.
Suo figlio, Riccardo, ex assessore ai lavori pubblici nella giunta di Luigi Parisella, attualmente indagato nellinchiesta Damasco 2, in seguito alle indagini avviate dalla Dia nel 2005 e che hanno portato lo scorso luglio allarresto di 17 persone, alcune dei quali con laccusa di associazione mafiosa. La Dia aveva scoperto in sostanza lesistenza di due gruppi criminali legati a Carmelo e Venanzio Tripodo, che agivano allinterno del Mof e tentavano di ottenere favori al Comune di Fondi. Tra pochi giorni, il 25 maggio, si decider sul rinvio a giudizio degli indagati.
Esiste un altro processo, invece, in cui direttamente coinvolto Mario Izzi, coimputato assieme a Deborah Ruggieri, presidente della coop Lazio Net Service (anche lei, tra laltro, indagata in Damasco 2), per una presunta violazione della legge sul lavoro rispetto alla posizione di 54 facchini. A settembre dovranno compariredavanti al giudice, chiamati dalla difesa, ben settanta testimoni .
Secondo la Dda di Roma inoltre Deborah Ruggieri avrebbe fatto solo da prestanome per la societ che in realt era gestita da Carmelo Tripodo. Un quadro davvero complesso con il quale potrebbero anche non avere nulla a che fare le perquisizioni di ieri.
probabile, infatti, che il provvedimento della Dda di Roma sia del tutto nuovo.
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a cura di I. Chinappi
pubblicato il 19/05/2010 Ore 13:37