La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dalla prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma chiamata a deliberare nel giudizio di secondo grado dopo l’iniziale condanna decisa nel giugno del 2004 dalla Corte d’Assise di Latina.
I giudici romani hanno accolto la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali difensori, gli avvocati Renato Archidiacono e Gianluca Tognozzi, ed hanno considerato prevalenti la provocazione e le attenuanti rispetto alle aggravanti.
Confermata inoltre l’assenza di premeditazione così come ritenuta nuovamente inammissibile l’ipotesi di legittima difesa.
L’anziano omicida, che si trova attualmente agli arresti domiciliari per motivi di salute, potrebbe usufruire di un ulteriore sconto di pena di tre anni qualora fosse ammesso ai benefici del recente provvedimento di indulto.
La stessa corte romana ha inoltre stabilito una provvisionale di 150mila euro a favore del figlio della vittima, costituitosi parte civile insieme alla madre, alla nonna e al giovane rimasto ferito nella tragica circostanza.
Come si ricorderà, l’omicidio di Lucio Grossi avvenne il 24 gennaio di tre anni fa in via San Vito a Monte San Biagio, nella villetta di uno dei figli dell’imputato, ex datore di lavoro della vittima, che gli faceva da autista nella sua ditta di autotrasporti situata a Fondi.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Grossi era andato in quella casa a tarda sera per reclamare il pagamento di un vecchio credito.
Non avendolo ottenuto, sarebbe andato su tutte le furie minacciando il suo ex datore di lavoro alla presenza dei figli e della moglie ed arrivando addirittura a ferirlo con un coltello.
Avvertito telefonicamente dal figlio, Bruno Penci giunse in pochi minuti nella villetta di Monte San Biagio e, utilizzando una 7,65 Astra con matricola abrasa, uccise Grossi, contro il quale sparò complessivamente nove colpi di pistola.
Con altri due ferì invece all’addome e ad una gamba il giovane di Pontinia che riuscì comunque ad allontanarsi.