L'occasione era quella di una nuova seduta della Commissione parlamentare antimafia alla quale ha presenziato, ieri nel primo pomeriggio, il Ministro Roberto Maroni per parlare dei grandi risultati ottenuti dal Governo in materia di criminalità organizzata.
Maroni ha snocciolato i punti salienti del suo maxi-piano contro la criminalità, una mappa dettagliata che attribuisce un ruolo essenziale a ciascuna delle pedine chiamate in causa: investigatori, forze dell'ordine e istituti penitenziari. Un programma impeccabile per permettere scambi tempestivi di informazioni e velocizzare le procedure di rilascio dei certificati antimafia.
Infine Maroni ha annunciato che si adopererà per chiedere una seduta straordinaria del Parlamento proprio per affrontare la questione della malavita organizzata.
Nel corso della seduta tuttavia era previsto che il Ministro dell'Interno si occupasse anche di Fondi e non aspettavano altro coloro ai quali il non scioglimento del comune per mafia non è mai andato giù. Parliamo di Laura Garavini, capogruppo del Pd che da settimane incalza il Ministro sostenendo che i misteri del “caso Fondi” “suffragherebbero la timidezza dello Stato verso la mafia”, ma anche di Giuseppe Lumia che non trova giustificazione della decisione presa nel pacchetto sicurezza e considera le dimissioni improvvise della giunta una farsa. Tra i parlamentari di minoranza vorrebbero delucidazioni anche Walter Veltroni ed il senatore Costantino Garaffa, ma non mancano neppure le voci tra i politici di maggioranza come quella di Fabio Granata, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, di Angela Napoli, di Amedeo Laboccetta e di Raffaele Lauro. L'audizione si è tuttavia conclusa senza che il “caso Fondi” fosse neppure sfiorato e alle 15 e 30 l'assemblea decide di proseguire i lavori in seduta segreta. La Commissione antimafia non ci sta e dice di attendere al varco il Ministro nel prossimo incontro. Maroni non si scompone, in fondo il Governo la sua “decisione” l'ha già presa.